Anoressia: in Francia le cose stanno cambiando, è giusto?

Ancora non è stata approvata al senato la nuova legge “anti-anoressia” ma la notizia è di dominio pubblico e ha creato molte controversie, c’è chi è favorevole e vede questa legge come un passo avanti nella prevenzione dei disturbi alimentari e chi invece vede questa proposta come discriminatoria e limitante. Ma qual’è lo stato attuale delle cose?

In Francia è è stato approvato in questi giorni l’emendamento, proposto dal deputato e medico Olivier Vèran, che vieta alle ragazze con un indice di massa corporea (BMI) inferiore a 18, per esempio meno di 55 kg per 175 cm di altezza, di lavorare come modelle.

Le agenzie e le case di moda francesi rischiano fino a 75 mila euro di multa e sei mesi di carcere, se faranno calcare a modelle troppo magre le passerelle. Sono state approvate anche altre misure come il reato di istigazione alla magrezza con multe fino a 10.000 euro e un anno di prigione, e l’obbligo, per chi modifica foto femminili con l’intento di renderle più magre, di dichiarare esplicitamente che la foto è stata ritoccata.
Leggi simili sono state già approvate in altri paesi, in Israele le modelle devono avere un BMI minimo di 18,5, limite soglia stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sotto il quale una persona è considerata sottopeso.
Queste decisioni rientrano nel programma per la lotta all’Anoressia e costituiscono un tentativo di arginare il problema mettendo fine allo stereotipo che magrezza (eccessiva) e bellezza siano un tutt’uno, messaggio che facilmente arriva alle più giovani che considerano le modelle come un canone estetico di riferimento reale. L’emendamento che punisce chi incoraggia alla magrezza si rivolge invece ai siti internet che inneggiano all’anoressia, accusati di incoraggiare le ragazze che hanno questo disturbo.

Il Sindacato nazionale delle agenzie di moda francese (SYNAM) è prontamente insorto dicendo che queste leggi costituiscono una discriminazione nei confronti delle ragazze costituzionalmente magre e potrebbe danneggiare significativamente le agenzie nazionali spingendo le modelle ad andare a lavorare nei paesi in cui queste leggi non vengono applicate. Anche in Inghilterra questi emendamenti sono stati oggetto di critica, il Guardian ha scritto che è inutile, oltre che superficiale pensare che vi sia una correlazione tra peso delle modelle e prevenzione dei Disturbi Alimentari e che bisognerebbe invece concentrarsi sulle motivazioni che stanno all’origine di questi disturbi.

Il dibattito è ancora aperto e solo in futuro potremo vedere se queste leggi serviranno davvero.

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