Invito ai genitori: non fate i coach dei vostri figli

Riguardo allo sport i genitori hanno un ruolo ben preciso che è supportivo non ostacolante.

Nutrimente Onlus si occupa da anni ormai di prevenzione di disturbi alimentari anche nel mondo dello sport, dove il corpo può divenire strumento e vittima di duro lavoro ed investimenti emotivi.
Il nostro interesse deriva proprio dal sottile limite fra l’attività più sana, educativa e piacevole per i ragazzi e la contropartita di sacrificio, aspettative e delusioni che possono talvolta essere gestite in modo disfunzionale.
Ci rivolgiamo ai genitori perchè rendano le attività sportive dei propri figli ciò per cui sono nate: un mezzo per lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé, del rispetto del corpo, di abitudini sane, di regole condivise e di spirito di squadra.
Ecco alcuni degli inviti proposti ai genitori:
“Lo sport deve essere divertente, positivo ed eccitante; mantieni sempre questa prospettiva; per tuo figlio/a lo sport non deve diventare un lavoro, ma deve rimanere un gioco; perdere o vincere una gara non influirà sul come la terra gira attorno al sole. Se tuo figlio vede che tu sei rilassato e ti stai divertendo sicuramente avrà risultati migliori. Nello sport il bastone e la carota non funzionano quasi mai”.
L’intento, volutamente provocatorio, è quello di far sì che i ragazzi vivano qualunque attività (dalle qualifiche nello sport alle pagelle!) come un valore attribuito alla performance di quel momento, dovuta ad infinite variabili e non indicativa del valore personale dell’individuo in questione; quindi migliorabile, accettabile, sostituibile.
Attribuire ad un numero (un voto, il proprio peso o la posizione in classifica) il proprio valore personale è uno dei fattori di rischio per l’insorgenza di disturbi alimentari ed anche di altri disagi di natura psichica.
Eva Cislaghi e Elisabetta Costantino
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