E alla fine Anna è guarita

Sono la mamma di Anna, una splendida ragazza di 21 anni, piena di vita.

Vuole bene alla sua famiglia, ha tanti amici e un ragazzo di cui è molto innamorata, studia con entusiasmo, canta con passione.

Affronta con grinta gli inevitabili momenti difficili che incontra.

Ma non è sempre stato così.

Ha sofferto in passato di anoressia. Ha sofferto molto.

E’ stata una esperienza molto dolorosa per lei e per tutti noi.

Ma è guarita.

Grazie soprattutto alla sua determinazione e al suo coraggio.

Dal momento in cui ha capito di avere un problema e di avere bisogno di aiuto, ha imboccato la sua strada verso la guarigione.

Non si guarisce tutto di un colpo, è una lunga e faticosa strada. Fatta di tanti, tanti passi.

Alcuni piccoli , quasi impercettibili.

Altri passi da giganti, delle vere grandi conquiste.

Però piano piano, con alti e bassi, con soste per riprendere fiato, ha raggiunto la sua meta.

Si è affidata a persone competenti che hanno preso in carico il suo problema. Loro l’hanno aiutata a trovare la strada giusta per lei.

Lungo questo cammino ha incontrato anche tante persone che hanno percorso un pezzo più o meno lungo di strada con lei e che l’hanno aiutata, sostenuta e incoraggiata.

E’ stato molto difficile e doloroso anche per me.

Ma più di tutto vorrei ricordare i momenti buoni, le scintille di luce nel buio.

A volte piccoli bagliori: un sorriso, due chiacchiere inaspettate.

A volte quasi fuochi d’artificio.

Provate a immaginare quanta gioia si può provare per un semplice: ”mamma, stasera vado al cinema.”

In ognuno di questi momenti, piccoli o grandi che fossero, mi ritrovavo quasi felice, anzi in quel preciso momento felice.

Anche se sapevo che prima e dopo c’erano fatica e dolore.

Ma erano la gioia di quel giorno e sentivo che, per quel giorno, mi potevo concedere di goderne.

Ho cercato il più possibile di stare vicino ad Anna, di sostenerla, di spronarla, di tenerla per mano.

Sapevo che lei ce l’avrebbe fatta, io vedevo la luce in fondo al tunnel.

Quando lei faticava a vederla, le assicuravo che fuori la luce c’era, io la vedevo e sapevo che lei ci sarebbe arrivata.

Poi, strada facendo, ho capito che lei ce la poteva fare da sola, che voleva e doveva farcela da sola e che dovevo lasciare che lei si prendesse in mano la sua vita.

Sono rimasta nei paraggi, ma le ho lasciato spiccare il volo.

E’ stato un momento emozionante, molto molto emozionante .

E’ stato un momento di apprensione, naturale per qualsiasi mamma, penso.

Ma è stato così bello vederla pian piano dispiegare le ali, scoprire che stava cominciando a volare  e alla fine ammirare con orgoglio che era partita alla conquista del mondo.

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