Moderatamente Junk

Il termine “Junk Food”, espressione inglese traducibile con “cibo spazzatura”, indica il cibo confezionato industrialmente con ingredienti di scarsa qualità, ad alto contenuto calorico e a basso contenuto nutrizionale,

Si apre con questa definizione la Rubrica Teen di settembre. Non esiste un’unica ed esaustiva descrizione per junk food, bensì rappresenta un gruppo eterogeneo di alimenti con una o più di queste caratteristiche: scarso valore nutrizionale, elevato apporto energetico (glucidico-lipidico), elevato tenore di sale da cucina, elevato apporto di zuccheri semplici, elevato apporto di acidi grassi idrogenati e colesterolo.

Dalle caratteristiche indicate sopra si conclude che questa tipologia di alimenti ha una densità calorica spropositata per lo stile di vita odierno ovvero fornisce più calorie di quante ne servano e non fornisce invece tutti quei micronutrienti (vitamine, sali minerali) di cui, invece, necessitiamo per svolgere le nostre funzioni fisiologiche.

Questo cibo spazzatura è senza dubbio una delle maggiori cause di obesità infantile con conseguenza (possibile) di un incremento di obesità in età adulta che si ripercuote su un aumento della spesa sanitaria nazionale.

Come mai gli adolescenti (ma non solo) preferiscono questo cibo ad altri!?

Numerosi studi hanno dimostrato che  “spot pubblicitari di cibi non salutari possono attivare esageratamente, in adolescenti in sovrappeso, alcune aree cerebrali legate alla ricompensa, al gusto e addirittura parti della corteccia somato-sensoriale deputate al controllo della bocca” come riportato nell’articolo di State of Mind: “Neuroscienze: il cervello degli adolescenti sovrappeso alla vista del junk food“.

La pubblicità di alimenti rivolta ai bambini può quindi avere un doppio risvolto; positivo se usata per “sponsorizzare” alimenti salutistici o negativo se usata per promuovere alimenti di dubbio valore nutrizionale (non solo junk food ma anche alcool pops, ad esempio). Se, quindi, continuiamo a incentivare il consumo di junk food il risultato finale non può che essere un continuo aumento di sovrappeso e obesità infantile ma se le stesse tecniche commerciali le si utilizzano “a fin di bene” esse sono un ottimo e rapido strumento di educazione alimentare fruibile sin dalla prima infanzia fino all’adolescenza inoltrata.

Tutto questo però è ingiusto e impensabile sia solamente a carico delle scuole, dobbiamo essere noi, care giver a dare il buon esempio in tavola e a casa in aggiunta a un piano di regolamentazione nazionale che ad oggi potrebbe essere implementato.

Quindi come gestire il binomio adolescenti e junk food?

Il consiglio è, come abbiamo sempre ripetuto anche negli articoli precedenti, di non escludere aprioristicamente nulla, per non creare quell’aurea di mistico attorno al cibo; come detto anche per gli zuccheri importantissimo è saper leggere le etichette alimentari. A tal proposito il Ministero della Salute ha redatto una guida fruibile a tutta la popolazione che potete trovare al seguente link: “etichettatura degli alimenti“.

  • Limitare il consumo di bibite e bevande zuccherate, succhi di frutta compresi, solamente in occasione di feste di compleanno o altri eventi.
  • Limitare il consumo di dolci preconfezionati/industriali preferibilmente al mattino a colazione e a rotazione, evitandone il consumo a fine pasto e/o come merenda.
  • Il fast food non è bandito bensì può essere visto come un momento di socializzazione, purché si prenda consapevolezza di quanto e cosa si sta mangiando (ad esempio confrontando la tabella nutrizionale che il più delle volte è stampata sul retro della tovaglietta o sulle confezioni del panino) e non si ecceda con il consumo di bibite.

Concludo ribadendo un concetto antico, ma sempre di moda, ossia “è la dose che fa il veleno”; la moderazione è alla base di una sana e corretta alimentazione.

Nicola Sonzogni

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