I papà e il loro buon esempio a tavola

papà a tavola
Questa settimana la rubrica Teen Nutritional Help si occupa di educazione alimentare; nello specifico, dopo un maggio per le mamme, parleremo del buon esempio del papà a tavola.


Già ben noto a tutti è il ruolo dell’atteggiamento delle madri e dell’atmosfera familiare a tavola per lo sviluppo dell’attitudine verso il cibo dei bambini.

Da recenti studi (Appetite; Journal of Human Nutrition and Dietetics) si è evidenziato come, più nello specifico, la figura paterna possa influenzare l’educazione alimentare del bimbo. 

In particolar modo, ad esempio, è stato dimostrato che padri con “cattive abitudini alimentari” tendano a “trasferire” le loro stesse abitudini sui figli.

Talvolta, inoltre, padre e madre possono avere una diversa percezione del concetto di salute/sana alimentazione, e quindi possono incidere in modo differente sull’educazione alimentare del figlio. 

Alcuni studi e l’esperienza clinica danno ragione agli stereotipi secondo cui le madri, che passano (in media) più tempo a contatto con i figli, coinvolte maggiormente sul tema alimentazione dei figli fin dai primi attimi di vita con l’allattamento, manifestino una maggior consapevolezza verso una sana e corretta alimentazione. Per contro, se è vero che le madri hanno un ruolo così significativo, possono anche, come è arcinoto, averlo nell’eventuale sviluppo di un disturbo alimentare, qualora l’attenzione al cibo sia disfunzionale o eccessiva.  

Risulta quindi ancor più necessario coinvolgere anche i padri, meno ingaggiati nel tema del cibo in famiglia, in un approccio salutare alla dieta.

Ad esempio, si suggerisce:

– di ricorrere il meno possibile a piatti pronti e preconfezionati, 

– di non concedere sempre tutto ai figli sminuendo il significato del cibo sano per la crescita, 

– di passare alla pratica! cucinando la cena con il figlio per la mamma, puntando sulla qualità degli alimenti piuttosto che sulla quantità, e riscoprendo la stagionalità degli alimenti,

– di assaggiare anche alimenti poco graditi così da dare il buon esempio, 

– di consigliare il proprio figlio nelle scelte alimentari (es: preparazione delle merende e scelta del pasto per o dopo la scuola),

– di interessarsi attivamente su quanto mangiato in mensa. 

Naturalmente tutto questo vale per entrambi i genitori, in un’ottica di sempre maggiore flessibilità e atteggiamento non rigido, non rinunciando quindi comunque all’occasione per uno “sgarro” inteso in termini di convivialità. 

 Il segreto è creare un’armonia in famiglia perché madre e padre hanno lo stesso potere educazionale sui figli, ma questo è valido nei primi anni di vita, poiché poi con l’adolescenza si amplia il divario; crescendo i figli acquisiscono un’autonomia anche a tavola e, generalmente, instaurano un rapporto di complicità con uno solo dei genitori riducendo così il potere decisionale dell’altro.

 Concludendo: il buon esempio è dato dalla coppia genitoriale quindi è necessaria la collaborazione di entrambi in ugual misura e la considerazione del pasto come di un’occasione di piacere e condivisione.

https://www.corriere.it/salute/pediatria/18_aprile_20/buon-esempio-tavola-bimbi-conta-molto-anche-quello-papa-a8a67fec-44bb-11e8-af14-a4fb6fce65d2.shtml

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Nicola Sonzogni

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