Il commento di Nutrimente rispetto alla proposta di legge contro i siti proAna

A seguito della divulgazione della proposta di legge sulla pena per i siti proAna, noi di Nutrimente Onlus intendiamo esprimere il nostro punto di vista sull’argomento. Non essendo esperti di legge, ma professionisti della salute, conveniamo con la gravità del comportamento esaminato. Ci battiamo, infatti, da anni per il riconoscimento di alcune violazioni, con le piccole vittorie legate alla legislatura nel mondo della moda che vieta di sfilare a ragazze con criteri gravi di sottopeso. 

In quest’ottica, riteniamo questa attenzione ai DCA positiva, in termini di cura, di segnalazione di casi “invisibili” e sopratutto di prevenzione. Il progetto di legge persegue il fine, certamente apprezzabile, di arginare il diffondersi dei disturbi alimentari. Nutrimente approva la proposta, nella parte in cui promuove interventi di carattere preventivo. Il disegno di legge, tra l’altro dispone di una copertura finanziaria per un importo significativo.

Tuttavia, riteniamo importante sottolineare alcuni punti su cui non concordiamo:

Preoccupa la scelta di criminalizzare l’istigazione o l’agevolazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a procurare l’anoressia o la bulimia, con l’introduzione di un nuovo reato. Questa collocazione sistematica suggerisce l’accostamento all’istigazione al suicidio (l’istigazione al suicidio è punita all’art. 580 c.p.). Il nuovo reato di istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia o la bulimia, infatti, dovrebbe divenire l’art. 580 bis cp).

La scelta appare ancora più opinabile nella parte in cui la norma si occupa del caso in cui a istigare/agevolare pratiche alimentari proanoressia / bulimia sia una persona malata.
Come esperti, sappiamo che l’istigazione/agevolazione di pratiche alimentari pro anoressia/bulimia è una manifestazione tipica della malattia ed il malato che le pone in essere, proprio a causa della malattia, lo fa nella convinzione e con la volontà di promuovere condotte virtuose.
Mentre normalmente nel nostro ordinamento una percezione ed una volontà distorte dalla malattia psichica vengono in rilievo ai fini della eventuale assoluzione dell’imputato, nella proposta di legge determinano soltanto una trasformazione della pena. Il “reato” introdotto dalla proposta di legge rende chi è malato un “criminale” e purtroppo può costituire uno stigma piuttosto che un aiuto allo stesso.

Da ultimo, la proposta di legge individua il TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) come pena per chi scrive su questi siti ed è affetto da DCA. Si tratta di una “prima assoluta”; il TSO non è una sanzione penale nel nostro ordinamento. Inoltre e in maniera più significativa, secondo noi, chi frequenta questi siti ed è anche vittima dei sintomi di un disturbo alimentare, è in una posizione di estrema vulnerabilità. 

Come esperti, siamo consapevoli della gravità dei sintomi, ma anche del rischio che una coercizione o addirittura una “condanna”, possa costituire per un soggetto fragile che dovrebbe  essere accompagnata alle cure sanitarie, invitata a informarsi e, possibilmente, ascoltata da figure sanitarie adeguate. Ci sembrerebbe maggiormente adeguato proporre invece, oltre naturalmente alla chiusura immediata del sito pro Ana, una sanzione amministrativa pecuniaria, anche importante, che sottolineerebbe la gravità della condotta senza rischiare di incorrere nel rischio di criminalizzare e stigmatizzare il malato.

Rimaniamo, ovviamente, aperti alla discussione in merito.

Cogliamo l’occasione anche per ringraziamo  l’avvocato Ginevra Bajno che ci ha aiutato nella comprensione della proposta di legge.

Elisabetta Costantino e Simona Anselmetti per Nutrimente

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