I frammenti di Breakable

frammenti di Breakable e della sua storia con l'anoressia

 Frammenti, il racconto di un giorno al day hospital.

I frammenti a cui ci riferiamo sono quelli di una ragazza che ha voluto condividere con noi la sua storia. La chiameremo come il suo blog: Breakable, fragile. I suoi post risalgono a qualche tempo fa e uno in particolare riflette un momento  particolare della sua storia: quella con l’anoressia.  Breakable racconta i pensieri e le emozioni del day hospital in cui le  viene imposto di fermarsi dal lavoro. Le sue parole trasmettono la rabbia, la sensazione di sconfitta e l’inadeguatezza che non scompare mai, perché vede che c’è sempre chi fa meglio di lei, anche come anoressica.
Il day hospital è l’accesso in ospedale per la cura con dimissione in giornata. Nei Disturbi Alimentari è uno strumento  importante, perché serve a monitorare l’andamento della malattia, lo stato fisico e mentale della persona e l’efficacia dei trattamenti somministrati.  Il ricovero in giornata è però un momento delicato per i pazienti. Spesso sono messi di fronte ad una realtà che negano o che non riescono ad abbandonare e a invitati a intraprendere soluzioni che, per loro, suonano come condanne.

 

frammenti di Breakable e della sua storia con l'anoressia

 

Frammenti.

Mercoledì di pioggia.

Primo giorno di day hospital.

San Paolo.

Nono piano.

Psichiatria.

Prelievo. Bilancia. Elettrocardiogramma.

Attesa. Attesa infinita. Aspetto che mi chiamino per i risultati in mezzo ai matti.

Io non sono così

Insieme a me ci sono altre due ragazze più magre.

Non sono perfetta neanche come anoressica.

Entro in studio. Camici bianchi ovunque. Il doppio degli occhi puntati su di me. Percepisco che non si tratterà della solita ramanzina.

《La situazione è critica. È necessario il riposo forzato. Non può più andare a lavorare per almeno 15 giorni.》

Mi si gela il sangue. Sento il pavimento sgretolarsi sotto la sedia, non ho più appigli.

L’unica cosa che mi è rimasta dopo aver perso tutto è il lavoro. La mia cucina. Come faranno senza di me? Come lo spiego ai colleghi? Come lo dico allo chef?

Mi spiace ma sono una debole: devo mollare. Sono una perdente.

Cerco un ultimo appiglio negli occhi di Gloria:

《Mi spiace ma tutto quello che potevo fare l’ho fatto, non c’è altra soluzione》.

Stronza.

Non può più aiutarmi. È con me, ma è contro l’altra me. Lo fa per me, ma mi sembra di essere tradita.

Sento già gli occhi della famiglia addosso ad ogni pasto, sento già l’aria tesa che si ripeterà a colazione a pranzo e a cena. Mi sento soffocare.

In studio continuano a parlare di ricoveri possibili, ma io non sento niente. L’unica cosa che penso è

Ma veramente devo stare a casa 15 giorni?

Ci pensa mia madre a togliere ogni dubbio:

《Il permesso per il riposo di un mese da lavoro lo fate voi? 》

Taci. Io non ci sto a casa. Un mese? Hanno detto 15 giorni! Ma uccidimi piuttosto.

《Certo》

Mollatemi. Vi odio tutti.

Ringraziamo Breakable per averci reso partecipi della sua storia!  Siamo felici di condividerla anche con voi, perché pensiamo rimanga il modo migliore, più vero e personale, per descrivere cosa significhi lottare contro un disturbo alimentare.
A questo link trovate altri “frammenti” di Breakable. Per altre testimonianze, vi rimandiamo alla pagina.
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